
Durante una delle campagne militari di Napoleone un suo consigliere lo avvicinò e gli disse: «Comandante, la truppa si lamenta!»
«Di cosa!»
«Del rancio, dell’equipaggiamento, del salario; assecondarla costa troppo comandante, cosa dobbiamo fare?»
Napoleone rispose:
«Aumentate di poco il salario ai generali e vedrete che la truppa non si lamenterà più»
Questo in sintesi quello che sta accadendo alla scuola e più in generale al pubblico impiego italiano.
Le leggi e gli atti, in ordine cronologico, che stanno colpendo i lavoratori pubblici della scuola e degli altri comparti, sono: l’accordo separato sulla riforma dei contratti di lavoro dello scorso mese di febbraio, la legge del 6 agosto 2008 n.133 sulla scuola e, sopratutto, l’attuazione della legge n.15 del marzo 2009 attraverso il recente decreto legislativo del 27 ottobre 2009 n.150.
Adesso che si inizia a parlare nelle assemblee e nei luoghi di lavoro e sopratutto a subire le conseguenze e le problematiche di queste azioni legislative, ci si rende conto che seppure le premesse siano state giuste, le conclusioni e le soluzioni operative colpiscono oltremisura la classe docente e i lavoratori tutti in generale
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